Recensione Sony FE 12-24mm | Grandangolo Estremo Per Sony a7 e a9
Poco meno di un anno fa, quando ero appena passato a Sony, sentivo la mancanza di un’ottica super-grandangolare per il sistema.
Fortunatamente non ho dovuto aspettare molto perchè la casa nipponica rilasciasse qualcosa di davvero interessante: il Sony FE 12-24mm F4!
Qui sopra (o cliccando qui) potrete vedere la mia videorecensione completa in inglese.
Sia che conosciate l’inglese che meno, continuate a leggere in quanto qui troverete qualche dettaglio aggiuntivo, test sul campo oltre che i crop al 100% senza alcuna compressione.
Detto ciò, incominciamo con la recensione del Sony FE 12-24mm!
Peso & Dimensioni
La cosa che mi ha sorpreso maggiormente di questa lente, oltre che naturalmente l’incredibile campo visivo, è la sua leggerezza. Infatti pesa solamente 565 g, che la rendono l’ottica super grandangolare più leggera della sua categoria.
Per farvi meglio comprendere l’ordine di grandezza di cui sto parlando, considerate che il Sigma 12-24mm F4 Art pesa ben 1151 g.
Più del doppio della controparte Sony, senza considerare che per potere utilizzare il Sigma 12-24mm su una Sony avreste anche bisogno di montare l’adattatore MC-11, ma questa è un’altra storia.
Le dimensioni sono contenute, per essere precisi 87 x 117.4 mm, che la rendono solo poco più grande del Sony 16-35mm F4.
Le ottiche professionali, a causa dei complessi schemi ottici al loro interno, sono normalmente grosse e pesanti; per questo potreste pensare che Sony abbia rinunciato alla qualità per rendere quest’ottica più leggera e portatile.
Fortunatamente non è così, e scoprirete il perchè nei paragrafi successivi.
Qualità Costruttiva
L’obiettivo Sony FE 12-24mm F4 risulta essere ben costruito, anche se il materiale utilizzato è policarbonato.
Personalmente preferisco ottiche in alluminio, in quanto mi danno una maggiore idea di professionalità e resistenza, qualcosa che mi aspetto da un prodotto in questa fascia di prezzo.
In ogni caso il policarbonato è una plastica di alta qualità, e sono sicuro che gli ingegneri Sony abbiano deciso di usarlo al posto dell’alluminio per ridurre il peso complessivo dell’ottica; una scelta giusta se consideriamo che è progettata appositamente per fotocamere mirrorless.
Proprio per questo ho trovato molto confortevole utilizzare il 12-24mm sulla mia a7RII.
Questo è un aspetto che vorrei sottolineare, in quanto ritengo che dovrebbe sempre esserci un buon equilibrio tra il corpo macchina e l’ottica (a parte ovviamente se si utilizzano ottiche estreme come un 400mm f/2.8 o simili), in quanto ciò incrementa notevolmente l’usabilità di un sistema.
Ciliegina sulla torta, l’ottica è anche resistente alla polvere ed umidità (anche se la resistenza non è garantita al 100%).
Funzionalità
L’obiettivo ha un’estetica semplice, fornendo allo stesso tempo tutti i controlli principali.
Paraluce Integrato
Come il resto delle altre ultragrandangolari, anche il Sony 12-24mm è provvisto di paraluce integrato. Questo aiuta a gestire il flare, che sarebbe altrimenti eccessivo dato l’ampio campo visivo dell’ottica.
Inoltre aiuta a proteggere l’elemento frontale (che essendo convesso sporge notevolmente) da eventuali graffi.
Si possono montare i filtri?
Il paraluce integrato purtroppo non facilita certamente l’utilizzo di filtri; non essendoci alcuna filettatura non è possibile utilizzare filtri circolari.
Se volete quindi utilizzare filtri ND, GND o Polarizzatori su questo Sony FE 12-24mm F4, dovrete procurarvi l’holder (qui su Amazon) specificatamente progettato dalla NiSi Filters, che vi permetterà di utilizzare filtri a lastra da 150mm.
Una soluzione certamente non economica, soprattutto per chi ha già investito in un sistema a 100mm come il sottoscritto.
Ghiera di Zoom e Messa a Fuoco
Essendo un zoom è ovviamente presente la relativa ghiera, così come quella per la messa a fuoco manuale.
Tutto nella norma; un piccolo appunto è che avrei prediletto una ghiera di messa a fuoco più rigida; quella della mia unità è infatti un po’ troppo fluida per il mio gusto.
Switch AF/MF e Pulsante Blocco Messa a Fuoco
Qualcosa a cui ci siamo abituati con le ottiche della fascia G e GM (come ad esempio l’85mm f/1.8) è la presenza dello switch AF/MF e di un pulsante programmabile, di base settato con il blocco della messa a fuoco.
Sono piccole aggiunte, ma di grande utilità. Trovo infatti molto utile avere un accesso tattile ed immediato a queste funzioni, in quanto non sempre si ha il tempo di addentrarsi nei menu della macchina durante uno shooting.
Funzionalità Mancanti
- Stabilizzazione Ottica (OIS):
Dovrete fare affidamento esclusivamente sulla stabilizzazione in camera (disponibile dalla serie a7II e dalla a6500), in quanto il Sony FE 12-24mm F4 non è provvisto di stabilizzazione ottica. Su focali così estreme è comunque qualcosa a cui si può benissimo fare a meno, soprattutto perché l’aggiunta di questa funzione avrebbe incrementato di non poco il peso finale del prodotto. - Scala delle Distanze:
Come nella stragrande maggioranza delle lenti per sistemi mirrorless non è presente la scala delle distanze, in quanto tale valore viene visualizzato sul display durante la messa a fuoco manuale.
Mi piacerebbe comunque avere una scala delle distanze direttamente sul corpo dell’ottica, magari con una soluzione particolare come quella adottata da Zeiss nella nuova linea Batis, dove la scala delle distanze è visualizzata su un piccolo display OLED:
Sarà tutto ciò disponibile su una futura versione GM? Vedremo.
E’ ora tempo di vedere come questa lente si comporta sul campo!
Prestazioni Durante L’Utilizzo
Ve lo dico chiaramente: il 12-24mm è una lente ESTREMA.
Credo infatti sia necessaria una buona dose di esperienza per poterla usare nel migliore dei modi, altrimenti finirete per utilizzarla in situazioni non adeguate, proprio come feci con il fisheye all’inizio della mia carriera fotografica.
Le ottiche ultragrandangolari necessitano infatti di soggetti appropriati per esprimere il loro vero potenziale; proprio per questo ho deciso di condurre il mio test sul campo a New York City.
Spazi ristretti, grattacieli giganteschi e strade sovraffollate; sembra che anche la Città Che Non Dorme Mai sia in qualche modo estrema, non trovate?
Test sul Campo a New York City!
Questo è stato il mio primo viaggio a New York, una destinazione che sognavo di fotografare da lungo tempo.
Fra qualche settimana saranno disponibili sul mio Canale YouTube i video di tutto quello che ho fatto (e soprattutto fotografato), ma per ora concentriamoci sulle immagini che ho scattato con il Sony 12-24mm F4 G!
La fotocamera con cui ho utilizzato è la Sony a7RII e tutte le immagini, a meno che indicato diversamente, sono state processate con Lightroom e Photoshop CC 2018.
Manhattan dall’Empire State Building
12mm | f/8 | 1/125″ | ISO 400
A parte il farsi una idea di quanto incredibilmente grande sia Manhattan, questo è un chiaro esempio di quanto si possa riuscire ad includere nell’inquadratura a 12mm. L’angolo di visione è davvero incredibile.
Mi sarebbe piaciuto molto scattare la stessa immagine con le luci della città accese, ma sulla terrazza dell’Empire State Building non è consentito l’utilizzo dei treppiedi.
Pista di Pattinaggio al Rockefeller Center
12mm | f/16 | 1/6″ | ISO 50
Rimanendo in tema “edifici giganti”, ecco il Rockefeller Center!
Ho inizialmente visitato la terrazza al 70° piano per fotografare le prime luci del giorno, dove ho scattato con il Sony 16-35mm visto che volevo utilizzare filtri ND.
Sono poi sceso per prendere un caffè (rigorosamente Americano, visto che prendere un espresso da quelle parti è un bel rischio per noi Italiani). Mentre stavo sorseggiando il mio caffè ho notato che ero proprio a fianco di questa famosissima pista di pattinaggio sul ghiaccio, ed ho pensato che si sarebbe decisamente prestata per uno scatto ultragrandangolare.
Con ottiche del genere non mantenere l’ottica perfettamente parallela al terreno significa otterrete una prospettiva distorta; bisogna quindi fare attenzione ma, in alcuni casi come appunto questo, avrete un effetto unico.
Grand Central Terminal
12mm | f/9 | 2,5″ | ISO 100
Ho visto così tante volte Grand Central Terminal in film e serie TV che non potevo certamente esimermi dal fotografarne i famosi interni.
Questo, al contrario dello scatto mostratovi precedentemente, è un esempio in cui mantenere le linee verticali dell’architettura è molto importante. Ho scattato inclinando la fotocamera verso l’alto per potere includere una buona porzione del soffitto, quindi quello che vedete qui è il ritaglio successivo alla correzione della prospettiva.
Resta comunque uno scatto parecchio ampio, dimostrando un altro dei vantaggi derivati dall’utilizzo di ottiche ultragrandangolari, specialmente se utilizzate su sensori molto densi come quello della a7RII.
L’Oculus
Questo è uno dei miei edifici preferiti in assoluto; un vero capolavoro architettonico.
Si è anche rivelato essere la migliore location da cui mostrarvi quanto la lunghezza focale di 12mm possa fare la differenza, in quanto mi ha permesso di catturare tutta la struttura con un singolo scatto.
Per farvi meglio comprendere al meglio la differenza con un grandangolo più tradizionale, ho eseguito lo stesso scatto a 16mm.
Potete divertirvi con lo slider qui sotto e vedere la differenza da voi (questi sono file RAW).
Una differenza sostanziale, non trovate?
Angolo di Visione
Questo è probabilmente il motivo per cui state considerando questo obiettivo, e se gli scatti ultragrandangolari sono nelle vostre corde la amerete certamente.
A 12mm l’angolo di visione è un incredibile 122°, fino ad un più tradizionale 84° a 24mm
Effetto Stella e Controluce
Le ottiche grandangolari si prestano bene anche per effetti stella, utili ad esempio per rappresentare il sole o le luci della città.
Il diaframma è composto da 7 lamelle e produce un ottimo effetto.
Il controluce viene gestito ottimamente e non ho notato alcuna perdita di contrasto, anche se è presente un “effetto arcobaleno”, come potete vedere qui sotto con un crop RAW al 100% della parte inferiore del fotogramma:
Nitidezza
Uno dei punti più critici per le ottiche ultragrandangolari è da sempre la gestione della nitidezza, soprattutto ai bordi.
Vediamo come si comporta il Sony 12-24mm F4!
f/4: a tutta apertura è sorprendentemente nitido al centro. Gli angoli sono un po’ morbidi, ma sono assolutamente usabili; ritengo che questo sia un ottimo risultato per una lente così estrema.
f/5.6: chiudendo di uno stop i bordi migliorano notevolmente, ed infatti si ottiene la migliore nitidezza generale a questo diaframma.
Se volete scattare a f/5.6 però, ricordatevi di calcolare a dovere la distanza iperfocale per il vostro soggetto, altrimenti rischierete di avere immagini fuori fuoco.
La nitidezza inizia a diminuire leggermente dagli stop successivi, ma è più che buona fino a f/11. Chiudendo ulteriormente il diaframma inizia ad essere introdotta della diffrazione; non vi consiglio quindi di oltrepassare questa soglia se non strettamente necessario.
Qui sotto potete trovare la galleria (cliccate per caricarla) dei crop RAW al 100% relativi al centro del fotogramma, scattati a 12mm:
Mentre qui troverete i crop degli bordi:
Trovo che questi siano ottimi risultati, che rendono l’ottica adatta ad un uso professionale.
A 14mm i risultati sono simili, mentre 18mm è la lunghezza focale dove questa lente si esprime al meglio. Infine a 24mm, come ci si può aspettare con zoom di questo tipo, la qualità diminuisce leggermente rimanendo comunque più che buona, rendendo l’ottica utilizzabile a tutte le lunghezze focali.
Autofocus
L’autofocus è silenzioso e affidabile, il che rende questa lente adatta anche a chi fa video; il meccanismo di messa a fuoco è controllato dall’ottimo Direct Drive SSM (DDSM).
In ogni caso, ove possibile ad esempio per paesaggi ed interni, vi consiglio di scattare con messa a fuoco manuale calcolando l’esatta distanza di iperfocale; questo è infatti il miglior modo per assicurarsi che tutto sia perfettamente a fuoco.
Distanza Minima di Messa a Fuoco
Perché dovrebbe mai servire mettere a fuoco un soggetto da vicino con un’ottica del genere?
Personalmente è qualcosa che mi piace spesso fare, in quanto si ottengono risultati interessanti ed inusuali.
Quando mi trovavo ad esempio al Memoriale dell’11 Settembre, volevo fotografare una delle rose bianche poste sulla pietra scura, includendo nella scena gli edifici circostanti.
Grazie alla distanza minima di 28cm sono riuscito ad ottenere questo risultato:
Ecco un crop RAW al 100% della rosa: decisamente nitido!
Solo ottiche di alta qualità possono produrre risultati di questo calibro su un sensore molto denso come quello della Sony a7RII.
Distorsioni
A parte la nitidezza, un’altra sfida per gli obiettivi ultragrandangolari è la gestione delle distorsioni ottiche.
Tutte le seguenti considerazioni sono relative all’analisi di file RAW senza alcun tipo di post-produzione.
Piccola nota: vi ricordo che le fotocamere Sony, così come le mirrorless di altri brand, applicano nativamente una correzione di base delle distorsioni anche ai file RAW.
Distorsione Radiale
Tra i 12mm ed i 16mm questa lente presenta una evidente (ma facile da correggere) distorsione a barile, mentre tra i 18mm e i 24mm la distorsione vira verso una a cuscino.
E’ presente uno stiramento dei bordi più estremi, soprattutto a 12mm. Questo è qualcosa da aspettarsi su tali lunghezze focali, ma posso dirvi che in generale il Sony 12-24mm gestisce le distorsione radiale molto bene.
Aberrazione Cromatica
Non ho notato alcuna aberrazione cromatica esaminando gli scatti al 100%; davvero un risultato incredibile!
Vignettatura
A 12mm la vignettatura è evidente, soprattutto a tutta apertura (1.8EV di riduzione). Le cose migliorano chiudendo il diaframma, fino ad una diminuzione di 1.2EV a f/11.
Come ci si poteva aspettare, all’aumentare della lunghezza focale diminuisce la vignettatura.
Correzione Obiettivo
Tutti i difetti ottici elencato sopra sono facilmente correggibili con due click in Lightroom; vi basterà infatti spuntare la casella “Attiva Correzioni Profilo” e “Rimuovi Aberrazione Cromatica” nel modulo “Correzioni Obiettivo”.
La correzione obiettivo fa un ottimo lavoro con la distorsione prospettiva, ma a mio avviso esagera la correzione della vignettatura. Infatti lasciare il cursore in Lightroom su “100” farà risultare i vostri scatti innaturali (come potete vedere nell’esempio sopra); per questo vi consiglio di ridurre il valore di correzione della vignettatura attorno ad un valore di “50”.
Conclusioni
Come ho detto precedentemente questo è un obiettivo estremo, che necessita di esperienza per essere utilizzato al meglio.
Se non possedete ancora un’ottica grandangolare vi consiglio di incominciare con il Sony FE 16-35mm f/4, in quanto è una lunghezza focale più bilanciata e molto versatile.
Se invece siete certi di volere creare immagini con un campo visivo estremo, non esitate e procuratevi questo ottimo Sony FE 12-24mm F4 G.
Ve ne innamorerete.
Il prezzo di listino di 2.000 € non è certo dei più convenienti, ma si può trovare a poco meno di 1.800 € su Amazon a questo link.
Se avete in piano di fare un salto negli USA invece, riuscirete a portarlo a casa a meno di 1.400 € (qui su B&H); un prezzo decisamente interessante considerando le qualità di questo obiettivo.
Sento che il piano di Sony di dominare il mercato fotografico sta andando nella giusta direzione:
Tutto è iniziato con lo sviluppo di fotocamere incredibili (la famiglia a7), e si sta avvicinando al suo completamento con il lancio sul mercato di una varietà di ottiche specificatamente mirate all’uso Prosumer/Professionale.
Questo Sony 12-24mm F4 G è LA lente super-grandangolare per il sistema FE.